Se pensiamo a Industry 4.0, ci vengono di sicuro in mente parole legate alla tecnologia: robot, algoritmi, interconnessione, cloud e tanto altro ancora. Ma mentre questi pensieri salgono a galla, ci accorgiamo che quasi nessuno di noi ha considerato chi più di tutti sarà protagonista della 4° Rivoluzione Industriale che stiamo vivendo: l’uomo.

L’uomo è il cervello delle organizzazioni in cui viviamo e di cui i robot, gli algoritmi, e il cloud sono puro mezzo per giungere a degli obiettivi. È per questo che l’essenza di Industry 4.0 non è la tecnologia, ma l’etica e le emozioni della persona (cuore e pancia).

Credo che l’unica vera strada percorribile in questo contesto sia già scritta. La gestione delle organizzazioni nell’era dell’Industry 4.0 ha un fortissimo bisogno di adottare una filosofia diversa, e basare il nuovo approccio di gestione delle persone sulla comprensione del fatto che l’uomo è un viaggiatore. Sempre alla scoperta. Sempre ad esplorare. Alla ricerca continua di nuove esperienze, saperi e competenze.

Il lavoratore stesso è viaggiatore, ed è artefice e guida del suo percorso. Ogni stazione in cui decide di fermarsi, ogni azienda in cui decide di lavorare, è utile e funzionale alla strada che vorrà costruire. Non vuole perdere tempo e vuole vedere e scoprire il più possibile, per riempire il suo zaino di nuove competenze e utilizzare al meglio quelle che già ha raccolto nelle stazioni precedenti.

Non sarà un uomo che si tratterrà per anni nello stesso posto, perché così facendo il suo pensiero creativo si appiattirà, lasciando spazio alla routine che l’intelligenza artificiale è in grado di affrontare con un’efficienza molto maggiore. E le nuove organizzazioni non dovranno bloccare l’uomo per trattenere il suo know-how, perché non è più sul know-how che si giocherà la competitività della forza lavoro umana, ma sull’apprendimento continuo, sul pensiero creativo e sulla capacità di innovare.

Il pensiero creativo viene generato dall’uomo che può vivere emozioni positive perché trova una corrispondenza tra la sua etica e i valori dell’organizzazione in cui decide di fermarsi per il tempo utile a creare.

Le organizzazioni che lavoreranno sull’ingaggio e sulla motivazione del viaggiatore lo aiuteranno a sviluppare performance più elevate. Queste ultime si tradurranno in risultati aziendali e il profit potrà essere rimesso in circolo per nuovi programmi di ingaggio.

Questo circolo virtuoso e sostenibile per tutti gli attori del mercato del lavoro è la nuova Ecologia del lavoro.

Questo impone di ripensare e riprogettare dalle fondamenta le strategie di:

1. Attraction – in una chiave “da Tripadvisor”, perché le statistiche ci dicono che il 20% delle scelte dei candidati avviene per informazioni istituzionali che si trovano nei siti aziendali e nelle pubblicazioni ufficiali, mentre il restante 80% viene mosso da informazioni su quello che altri candidati o dipendenti scrivono sui social delle aziende per cui lavorano;

2. Retention – in modo da non trattenere la persona per quello che ha appreso ma per quello che può ancora apprendere e che può esprimere come pensiero creativo;

3. Incentivazione – che non può essere quella legata al “se mi porti un risultato, ti do un premio”, che funziona nelle attività operative e ripetitive del lavoro della 3° Rivoluzione Industriale ma non in quelle euristiche, legate alla creatività ed innovazione di oggi;

4. Succession Plans – che non possono essere predefiniti top-down e consistenti in carriere verticali, ma che sono costruiti sulla base della rotta definita dalla persona e realizzabili attraverso percorsi cross funzionali e dispersi geograficamente all’interno dell’organizzazione;

5. Talent Management – che non può essere visto come la gestione di chi sa di più o sa fare meglio ma di chi si assume la responsabilità della propria rotta e definisce insieme all’azienda in modo chiaro quello che c’è nello zaino e quello che vuole portarsi a casa per la meta successiva.

Tutto questo permetterà alle aziende di andare alla velocità della nuova era e di lavorare con i robot per la parte del lavoro più operativo e con l’uomo per innovare e creare le soluzioni che permetteranno di rimanere competitivo in un mondo VUCA (volatile, uncertain, complex, ambigous).

La nuova Ecologia del lavoro sta nascendo oggi e il viaggio che abbiamo di fronte a noi sarà un nuovo incredibile percorso alla scoperta dell’uomo.