Leggendo alcuni articoli su Curiosità e Leadership pubblicati da Julie Winkle Giulioni, consulente ed esperta di apprendimento nelle organizzazioni, ho pensato a quanto raramente la curiosità, come caratteristica distintiva, venga presa in considerazione ed approfondita in un colloquio di selezione.

Durante un colloquio, sono solita indagare competenze tecniche, caratteriali, preferenze, aspettative e valori ma raramente pongo domande per comprendere quanto quella persona sia curiosa. Spesso, probabilmente, consideriamo la curiosità alla stregua del dinamismo, dando per scontato che una persona dinamica sia per forza curiosa, perché agisce, prende l’iniziativa e si interessa.

Nell’articolo Esseri Umani e Industry 4.0: verso un’ecologia del lavoro della collega Francesca Voltarel, si approfondisce il tema dell’uomo come viaggiatore, pronto alla scoperta, all’esplorazione, alla ricerca continua di nuove esperienze, saperi e competenze, caratteristiche fondamentali per un lavoratore dell’Industria 4.0.

Cosa distingue un viaggiatore da un vacanziere?

Il contributo personale, la spinta propulsiva che lo porta oltre i suoi limiti, la curiosità di vedere il nuovo, di interagire e di cogliere da queste nuove relazioni con il mondo ulteriori spunti. Dunque, sempre più spesso, parlando di viaggio mi sembra di parlare di organizzazione: flessibile, innovativa, multi-disciplinare, pronta al cambiamento, che dedica tempo al confronto, che permette trasversalità nei ruoli.

Perché quindi non iniziare ad indagare in modo più attento anche la curiosità durante un colloquio di selezione se questo porta dei vantaggi all’organizzazione 4.0?

Proviamo ad approfondire con il nostro interlocutore come si interessa in “modo genuino” agli altri, alle loro attività, ai loro problemi o ai loro risulti, tutto questo con il puro desiderio di comprendere l’ignoto, aumentando la sua conoscenza.

Il curioso prende per assodato che l’approfondimento, il tentativo, l’interazione non sia una perdita di tempo ma sia un confronto che porterà sicuramente a risultati innovativi; trae vantaggi dall’interazione, dal “mettere in naso” in fatti non suoi, dall’indagare aspetti di cui ignora l’esistenza.

Il curioso non sente, ma ascolta, apprende ed affina il problem solving dal confronto. Ancora una volta riempie il suo bagaglio da viaggiatore.