Il mondo difficilmente tornerà “business as usual” come lo conoscevamo prima del 2020. I cambiamenti degli ultimi tempi, infatti, hanno rivoluzionato non solo le nostre vite private ma anche il contesto lavorativo, presentandoci una grande opportunità di evoluzione. Ora, lavoratori e aziende necessitano rispettivamente di nuove competenze e strategie.

I dati raccolti su scala globale dall’IBM Institute for Business Value and Oxford Economics (2020) indicano tuttavia che c’è ancora un notevole margine di miglioramento quando si parla di formazione in azienda. Infatti, il 74% dei dirigenti intervistati dichiara di aver attivato percorsi formativi in azienda mirati allo sviluppo di competenze funzionali alle nuove modalità lavorative. Tuttavia, soltanto il 38% dei dipendenti concorda con questa affermazione. La discrepanza fra questi due numeri ci fa interrogare su alcuni temi chiave. Ad esempio: come rendere entrambe le parti, azienda e lavoratore, partecipi nella definizione e soddisfazione degli obiettivi formativi? E in che modo l’azienda può generare e aumentare la consapevolezza delle opportunità di formazione esistenti? È il momento di approcciare l’apprendimento con una mentalità diversa, più strategica.

Lifelong Learning: la Formazione Permanente

Stiamo parlando del Lifelong Learning, un processo di apprendimento continuo che si basa sulla convinzione che la formazione possa e debba durare per l’intero arco della vita. Questa sarà la carta vincente che ci permetterà di navigare l’onda delle evoluzioni tecnologiche, delle ridefinizioni organizzative, di un mondo in costante mutamento. Un vero asset per il futuro.

Formazione è benessere

Ogni organizzazione che sceglie di investire consapevolmente nella formazione permanente, valorizza in primis le persone e di riflesso l’azienda stessa, generando valore anche economico. Secondo HR Magazine, le aziende che investono almeno $1500 all’anno nella formazione del singolo dipendente, vedono in media un profitto del 24% più alto rispetto alle aziende con investimenti minori.

Ma i benefici vanno ben oltre il profitto. I recenti cambiamenti hanno evidenziato il forte impatto che i processi di apprendimento hanno sul benessere della persona. Ogni occasione di crescita professionale ha quindi il potenziale di promuovere il benessere psico-fisico degli individui, poiché fornisce loro le risorse necessarie a far fronte alle nuove sfide lavorative e ne rafforzano la motivazione. Nel suo libro Drive, Daniel Pink identifica la “mastery” (ovvero il desiderio di crescere e migliorare) come uno dei fattori chiave della motivazione intrinseca.

Questo connubio tra formazione e benessere genera un effetto domino.

Le organizzazioni che investono nella formazione dei loro dipendenti azionano quindi un processo di miglioramento del benessere individuale, che si traduce poi in maggiore ingaggio e motivazione tra le persone. Due motori, questi, che permettono di raggiungere livelli di performance superiori.

Si tratta di un cambiamento di natura partecipativa, che rende le persone protagoniste del proprio percorso formativo e porta all’azienda maggiore agilità e adattamento alle esigenze di mercato.

Entra in gioco l’HR

Dunque, il futuro prevede lo sviluppo di un Ecosistema di Apprendimento. Un piccolo ma importante tassello da aggiungere ad una più ampia Ecologia del Lavoro.

Abbandoneremo le rigidità imposteci da un’ottica di “possesso del lavoratore”, orientandoci verso un contesto aziendale più libero. L’apprendimento continuo, la creatività, l’innovazione saranno frutto di una scelta motivata, volontaria, che produrrà cambiamento e porterà risultati di business. Le modalità di apprendimento subiranno modifiche a loro volta. Mentorship, microlearning, valorizzazione dei fallimenti, business games…

Noi HR siamo chiamati a sostenere questa evoluzione. Supporteremo la crescita di chi vive attualmente in azienda e di chi vi farà parte. Promuovendo il benessere individuale ed organizzativo, sempre.