Comprendere quali ideali e quali valori motivino le differenti generazioni è di fondamentale importanza per favorire la loro convivenza nei diversi ambiti della vita, in particolare nel lavoro.

Una popolazione aziendale eterogenea

Tra il 2014 e il 2020, la popolazione nazionale degli over 50 è cresciuta passando dal 30,7% al 38,34% del totale (Istat, Il mercato del lavoro 2020. Una lettura integrata, 2020), producendo una demografia aziendale sempre più eterogenea (per la prima volta, almeno tre generazioni in una stessa azienda), in cui fraintendimenti e incomprensioni spesso sono all’ordine del giorno. Le cause possono essere molteplici: l’utilizzo di un linguaggio diverso, ritmi di lavoro e background esperienziali differenti, ma soprattutto credenze negative e stereotipate che molto spesso screditano la figura dei lavoratori senior.

Perché l’Age Management?

È per far fronte a questa complessità sociale e valoriale che all’interno delle aziende è sorta la necessità di adottare strategie di Age Management: una branca del Diversity Management volta ad evidenziare e riconoscere i punti di forza di tutti coloro che rendono viva un’organizzazione, a prescindere dall’età, attraverso interventi aziendali strutturati e coerenti tra loro

La gestione attiva delle differenze generazionali arricchisce il punto di vista delle persone, contribuisce alla co-creazione di conoscenza, sviluppa creatività e quindi innovazione, migliora i processi di problem solving e decision making, aumenta il livello motivazionale e riduce i conflitti.  

Creare un equilibrio tra senior e junior, adattare le attività previste dai ruoli e valorizzare il potenziale di ogni membro di un’azienda, sono solo alcune delle sfide alla base delle strategie di Age Management.

Dove agire

È importante aprire un primo canale di comunicazione tra l’azienda e i collaboratori appartenenti alle diverse fasce d’età, attraverso delle survey, in cui le diverse aspettative e i bisogni vengono indagati. Dai risultati emersi possono essere individuate le tematiche principali (orari di lavoro, benefit…) da approfondire successivamente con interviste individuali e focus group, per favorire l’ascolto e la collaborazione intergenerazionale. 

Inoltre, considerando che, nell’arco della vita lavorativa, le competenze proprie di una persona si modificano (alcune si perdono e altre vengono consolidate dall’esperienza), nei percorsi di Age Management le pratiche di formazione continua come l’upskilling (lo sviluppo di competenze nello stesso ambito lavorativo) e il reskilling (lo sviluppo di abilità che permettono al dipendente di ricoprire un ruolo diverso) sono indispensabili, specialmente per i lavoratori older. La formazione in un’ottica di life long learning aumenta l’ingaggio della persona all’interno dell’azienda e la riqualifica anche all’interno di un percorso di transizione aumentandone l’employability.

Infine, al centro della riprogettazione del dialogo tra le generazioni si pongono tutte quelle azioni di mentoring e reverse mentoring, attraverso le quali le esperienze, gli stili di vita e le competenze di generazioni diverse sono rese fluide dallo scambio continuo di informazioni.

Reazione o prevenzione?

Nonostante ogni contesto organizzativo abbia le proprie peculiarità, che rendono gli interventi di gestione dell’età più o meno efficaci, di norma si può parlare in generale di azioni reattive o preventive

Un intervento reattivo si applica quando l’invecchiamento del personale costituisce già un motivo di disagio per l’organizzazione in termini di competenze, di costi o di clima organizzativo.

Gli interventi di job design, formazione, sviluppo di carriera, tutela e promozione della salute, transizione di carriera o di ritiro dal lavoro sono di tipo preventivo: gestiscono le problematiche di Age Diversity, in modo sistematico, influenzando e riorganizzando l’intera struttura aziendale.

Una valorizzazione concreta

Valorizzare ciò che rende ogni generazione preziosa offre l’occasione per comprendere meglio le persone con cui si collabora e la loro personalità

Un percorso di Age Management funziona bene quando le diverse generazioni si siedono allo stesso tavolo e danno vita a un dialogo capace di avvicinare persone diverse, migliorando la qualità delle relazioni umane e creando un buon clima aziendale.